Testimonianza di Alessandra (Giada) .

Giada, oggi 10 anni, inizia la scuola primaria nel 2009.

Il primo giorno di scuola scrive il suo nome…Un’insalata di lettere!!!!
La maestra un po’ perplessa mi chiede se avesse frequentato la scuola materna.
Rispondo che l’ha frequentata poco e in modo discontinuo.
 Ha avuto problemi di salute in età prescolare che l’hanno costretta ad una temporanea immobilità.
I giorni passano e Giada ha difficoltà a memorizzare le vocali…Ad associare il fonema al grafema…Non riesce a stare negli spazi…
Una lampadina si accende sulla mia testa: “e se fosse dislessica?”
Parlo con l’insegnante, la quale mi ascolta , ma dice anche  che è presto per parlare di dislessia.

 Testarda prenoto un incontro con il T.S.M.R.E.E di zona che svolge la valutazione…Alcuni test vengono ripetuti due volte tanta è la discrepanza tra il risultato del test e le competenze di Giada: il QI è risultato più alto della norma, ma questo è un dettaglio! In ogni caso anche gli specialisti  dicono che è presto per parlare di dislessia.
Nel frattempo mio marito ed io ci diamo da fare,non vogliamo perdere tempo ad aspettare che maturino i tempi attraverso i quali  verrà diagnosticata nostra figlia; cerchiamo di dare un apporto, anche attraverso un impegno cospicuo nell’individuazione di sussidi didattici specifici adatti a Giada, collaboriamo in modo attivo con l’insegnante di classe. Mi dico spesso che devo mettermi in una posizione di ascolto e conoscenza, così mi iscrivo a dei corsi on-line di formazione   , partecipo a dei congressi…Scopro un “MONDO”. Giada ha una capacità compensativa autonoma e intelligente (come tutti i DSA!), su questa decidiamo di lavorare; non proponiamo le nostre strategie, ma cerchiamo di ottimizzare le sue… Insomma aggiustiamo il tiro!
Giada inizia a leggere, anche se in modalità sillabica, comincia a leggere delle parole, poi brevi frasi, migliora il tratto grafico,  con grande carattere riesce a disciplinare la sua disgrafia è sempre più motivata all’impegno…Nonostante questo gli specialisti della Asl consigliano di fermarla per consentirle di consolidare le competenze necessarie. Mio marito ed io ci pensiamo per un momento, ma poi optiamo per farla continuare, tutelando l’aspetto emotivo-affettivo! CHI SE NE FREGA delle competenze necessarie, degli obiettivi minimi; avevamo il dovere di riconoscerle e dare valore al “suo percorso” al “suo impegno” ai “suoi obiettivi” che con grande carattere aveva raggiunto.
 Ogni anno scolastico, Giada lo ha affrontato da guerriera.
Oggi, dopo cinque anni,legge libri, costruisce mappe concettuali, scrive brevi testi, ma soprattutto ha raggiunto una grande consapevolezza, quella delle proprie difficoltà e quando necessario chiede aiuto: è questo che la rende una guerriera. E’ riuscita, come dice Joseph Goldstein , a coltivare il suo potenziale abbattendo le barriere create da chi dice che le mele possono essere rosse, gialle, marroni, verdi, ma non bianche.
…Maestreeee…Professoriiiii…Specialistiiii…LE MELE… SONO BIANCHE!!!
Alessandra e Giada.
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