Faq genitori.

Chi deve fare la diagnosi di dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia, disprassia, disnomia e dislalia?

La diagnosi/certificazione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) a norma di legge e valida per la scuola può essere emessa solo da équipe private Accreditate al SSN o unitá Uonpia. La diagnosi deve essere prodotta entro tre mesi massimo dalla richiesta e prevede di norma la collaborazione di almeno tre figure specializzate: psicologo, neuropsichiatra infantile, logopedista. Le figure abilitate alla diagnosi degli altri Disturbi dell’Età evolutiva descritti nel DSM V (manuale diagnostico psichiatrico) sono solo lo
Psicologo e il neuropsichiatra infantile.

Che differenza c’è’ fra logopedista e psicologa, chi deve fare cosa?

Il logopedista è il laureato triennale in grado di trattare nello specifico i disturbi del linguaggio. Negli ultimi anni la formazione si è allargata all’abilitazione della lettura e dell’ortografia. Il logopedista può effettuare valutazioni ma non può emettere diagnosi.
Lo psicologo ha una formazione obbligatoria di 5 anni più 1 di pratica. A questa formazione possono aggiungersi master e scuola di specializzazione (4-5 anni) . Lo psicologo clinico specializzato è il professionista abilitato alla diagnosi, al trattamento, alla riabilitazione e abilitazione di tutti i disturbi o deficit di natura psicologica (cognitiva, emotiva, comportamentale, di apprendimento) nell’arco di vita. Nell’intervento sui DSA garantisce risposte adeguate a tutti i bisogni del bambino, della famiglia e degli insegnanti, programmando percorsi di prevenzione, Abilitazione, potenziamento dell’apprendimento e di tutte le variabili cognitive (memoria, attenzione, funzioni esecutive..) emotive (autostima, motivazione, auto-efficacia…), socio-relazionali, familiari coinvolte. Per questo motivo lo psicologo è l’unica figura in grado di prendere in carico tutti gli aspetti del caso.

La neuropsichiatra che ruolo ha? 

Il neuropsichiatra è un medico. Nel processo diagnostico si occupa di valutare lo stato di salute generale, escludere problematiche psichiatriche e neurologiche, effettuare un esame neurologico oggettivo. Il neuropsichiatra è parte integrante della valutazione nei DSA, ma ha un ruolo fondamentale anche nella diagnosi di disturbi gravi ed handicap.

La diagnosi deve essere per forza convalidata dall’asl?

L’accordo Stato regioni emanato il 24/7/2012 non è ancora stato applicato a tutte le regioni italiane. Nella regione Lombardia non è più necessario convalidare la diagnosi privata all’Asl.

Quali sono i bisogni di un dsa a livello abilitativo?

Il disturbo specifico di apprendimento non riguarda solo velocità e correttezza in lettura, scrittura, calcolo. Si tratta di un mondo ben più ampio e complesso che richiede l’intervento dello psicologo in è equipe multidisciplinare. Il bambino ha innanzitutto bisogno di trovare un ambiente accogliente, nel quale potersi esprimere serenamente e senza timori, senza la paura di essere giudicato incapace. Nel quale l’errore non viene sottolineato. Nel quale può scoprire i suoi talenti e le sue potenzialità. questo atteggiamento permette al bambino di accrescere la sua autostima e recuperare la motivazione perduta verso l’apprendimento.
A livello cognitivo il bambino con PSA ha spesso la necessità di potenziare la memoria, l’attenzione, le funzioni esecutive,. A livello emotivo ha la necessità di fare pace con se stesso, riscoprire fiducia in se  stesso  E gli altri, recuperare motivazione, auto efficacia, gestire l’ansia. A livello educativo ha la necessità di apprendere un metodo funzionale, conoscere strumenti compensativi e metodi dispensativi.

Che tipo di terapie vengono fatte per i dsa, per migliorare il metodo di studio?

La tipologia di intervento sui Dsa dipende da molti fattori: età del bambino, tipo di diagnosi, caratteristiche personali e inclinazioni, bisogni emersi in valutazione,  scuola frequentata.
A seconda di ciò lo specialista proporrà un intervento ad hoc, con micro obbiettivi e macro obiettivi da raggiungere in determinati tempi  E con determinati metodi.
Nella fascia di rischio tra i cinque e i sette anni si preferisce lavorare sui prerequisiti all’apprendimento della letto-scrittura e del calcolo, sulla percezione visiva e la discriminazione, sulla costruzione di oggetti, l’orientamento spaziale e temporale. Tra la prima classe e la seconda si lavora a livello fonologico sulla conversione fonema-grafema e mi grafema-fonema, sulla fusione e sulla lettura lessicale. Tra la fine della seconda e l’inizio della terza classe fino alla quarta si preferisce lavorare sulla velocità e sulla correttezza in lettura e scrittura calcolo. Tra la quinta elementare e la terza media si può lavora sulla lettura e sulla scrittura di frasi e testi, sulla comprensione, e cosa molto importante, sull’organizzazione del materiale e sul metodo di studio. Alle superiori il lavoro prevede principalmente l’intervento sul metodo di studio: strategie di memoria, come focalizzare l’attenzione, la comprensione del testo scritto, produzione del testo scritto, esposizione orale, gestione dell’ansia, eccetera.

Le diagnosi che durata hanno?

La diagnosi non ha scadenza ma all’ingresso di ogni ciclo di istruzione la scuola chiede un aggiornamento.

Cosa posso fare per far rispettare i diritti di mio figlio a scuola?

La legge 170/2010 riconosce Dislessia, Discalculia, Disortografia e Disgrafia come disturbi specifici di apprendimento e prevede per questi bambini e ragazzi un pdp, piano didattico personalizzato.

Che cos’è il pdp? 

Il pdp è un accordo scritto e firmato tra scuola, famiglia e specialisti (la firma degli specialisti non é obbligatoria) nel quale sono indicate le caratteristiche del bambino dal punto di vista dell’apprendimento, le risorse e i punti di debolezza. Sono indicati gli strumenti compensativi a disposizione e i metodi dispensativi che gli vengono accordati, sulla base delle necessita emerse in sede di valutazione, pur mantenendo i medesimi obiettivi della classe. Consiglio ai genitori di sottoporre il pdp al servizio psicologico di riferimento prima di firmare il pdp.

Cosa deve contenere il pdp per un dislessico?

Deve contenere metodologie compensative e dispensative ad hoc, ad esempio tempo supplementare o carico ridotto nelle verifiche, verifiche personalizzate nella forma (devono seguire particolari regole di formattazione) e nei contenuti, carico ridotto di compiti per casa, interrogazioni programmate, uso del pc con sintesi vocale in classe e a casa, uso di mappe anche durante le verifiche e le interrogazioni, dispensa dalla lettura a voce alta.

Cosa deve contenere il pdp per un discalculo?

Deve contenere metodologie compensative e dispensative ad hoc, ad esempio tempo supplementare o carico ridotto nelle verifiche, carico ridotto di compiti per casa, interrogazioni programmate, uso della calcolatrice, uso di tabelle ed esempi anche durante le verifiche e le interrogazioni, possibilità di recupero orale dello scritto.

Cosa deve contenere il pdp per un disgrafico? 

Deve contenere metodologie compensative e dispensative ad hoc, ad esempio tempo supplementare o carico ridotto nelle verifiche e nei temi, carico ridotto di compiti per casa, interrogazioni programmate, uso dei programmi di scrittura per i temi, possibilità di recuperare con l’orale.
La Valutazione deve dare risalto al contenuto e la qualità della grafia non deve in alcun modo penalizzare il voto.

Cosa deve contenere il pdp per un disortografico? 

Deve contenere metodologie compensative e dispensative ad hoc, ad esempio tempo supplementare o carico ridotto nelle verifiche e nei temi, carico ridotto di compiti per casa, interrogazioni programmate, uso dei programmi di scrittura con correzione automatica per i temi, possibilità di recuperare con l’orale. La Valutazione deve dare risalto al contenuto e gli errori ortografici non devono penalizzare il voto finale.

Perché far intervenire gli specialisti che hanno fatto la diagnosi o seguono il dsa, a scuola?

La collaborazione famiglia-scuola-servizi costituisce un elemento importantissimo, direi fondamentare per la riuscita del percorso abilitativo. Nei casi in cui gli insegnanti non dovessero applicare adeguatamente il pdp sconsiglio al genitore di affrontare “a muso duro” la questione con la scuola, suggerisco invece di chiedere allo psicologo di riferimento di farsi portavoce delle esigenze del figlio anche a scuola.
Differenza tra DSA e BES …..?

La sigla dsa indica i bambini e ragazzi con certificazione diagnostica di disturbo specifico dell’apprendimento scolastico. L’acronimo potesse indica i bambini con bisogni educativi speciali. All’interno di questa ultima categoria rientrano tutti i bambini con certificazione, diagnosi specialistica e difficoltà specifiche nell’ambito dell’apprendimento e/o dell’emotività,  del comportamento e/o svantaggio socioculturale. Con la normativa desse tutti bambini con difficoltà, certificati o meno, hanno diritto alla pdp, piano didattico personalizzato. La categoria avesse dunque è un grande calderone che contiene anche i bambini Dsa.

Differenza, tra certificazione e diagnosi ….? 

I termini certificazione e diagnosi in alcune province vengono utilizzati in maniera interscambiabile. In altre si intende per certificazione il documento ufficiale che attesta una condizione di handicap . Per diagnosi invece si intende sempre l’esito clinico di un processo di valutazione. In Lombardia il termine certificazione dsa indica il documento finale di un percorso diagnostico condotto da équipe accreditata al sistema sanitario nazionale, quindi referto valido ai fini della legge 170/2010.

Come posso aiutare mio figlio con i compiti? 

Il genitore che vuole aiutare il figlio con i compiti deve conoscere le caratteristiche del disturbo, dunque conoscere le migliori strategie di sostegno e intervento. Spesso risulta difficile e frustrante per un genitore riconoscere discernere i reali bisogni del bambino, capire fino ad dove può arrivare. Tuttavia il genitore non è uno specialista, dunque consiglio la delega a insegnanti o educatori specializzati.

Come motivare allo studio? 

Promuovere la motivazione allo studio è una questione molto complessa. L’amore per la conoscenza viene trasmesso al bambino dalle figure di riferimento,  genitori o insegnanti, che non con il loro atteggiamento o metodo coinvolgono il bambino in attività divertenti e alla sua altezza, lo rinforzano e lo gratificano. La Token economy, una strategia comportamentale, prevede l’uso di rinforzi positivi gettoni o stelline, Che il bambino può collezionare con lo scopo di ricevere un premio.

Come spiegare ai nostri figli la diagnosi? 

Questo passaggio dovrebbe essere a carico del professionista che emette diagnosi. L’accettazione della propria condizione è un momento molto delicato nella vita di un bambino e della sua famiglia. Si tratta quasi sempre di un processo lungo e non facile. Di solito comunque la diagnosi conduce la famiglia ha un nuovo inizio, più chiaro e più sereno. Il bambino, i genitori, gli insegnanti finalmente comprendono che le difficoltà non sono dovute a scarsa intelligenza, a scarsa motivazione o pigrizia, ma la causa è tutt’altra, risiede in un disturbo specifico. Il bambino, con il sostegno dello specialista, scoprirà nuova fiducia in se stesso, nuove abilità in nuove risorse.

Cosa fare se rifiuta gli strumenti compensativi? 

Se il bambino rifiuta gli strumenti compensativi, forse il processo di accettazione del disturbo e la sua elaborazione non è andata a buon fine. A volte i bambini vedono gli strumenti compensativi come aiuti immeritati dei quali vorrebbero fare a meno. La verità è che spesso non possono farne a meno, come un pugno miope non potrebbe fare a meno dei suoi occhiali per vedere e studiare. L’uso degli occhiali non lo avvantaggia rispetto agli altri, ma lo mette nelle condizioni di esprimere il suo potenziale.

Chi gli insegna l’uso di strumenti compensativi? 

È compito dello specialista presso il quale ci si affida.

Chi fa le mappe? 

Il bambino impara gradualmente a fare le mappe da solo. Alcune possono essere già trovate on-line o fornite dagli insegnanti.

 

Questa faq sarà in continuo aggiornamento. Potete porci domande da inserire. Anna Paris e la Dottoressa Anna La Guzza, formuleranno e risponderanno. 

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