Differenza tra “gli” e “li”

Differenza tra “gli” e “li” dipende da uso e funzione di queste due parole all’interno dello scritto: in alcuni casi va bene solo “li”, in altri solo “gli”, in altri ancora è accettabile un’oscillazione.

Vediamo un po’ di teoria per capire: li e gli sono entrambe forme atone pronominali, cioè parti del discorso che si usano al posto del nome nei complementi, in particolare il complemento oggetto e quello di termine.

Entrambi gli elementi si usano solo al maschile (l’uso col femminile è un grave errore, vedi dopo).

“Li”

È usato come pronome nella costruzione del complemento oggetto quando questo è maschile plurale (per il maschile singolare si usa “lo”; per il femminile al singolare si usa “la”, al plurale “le”).

Esempio:

«Hai visto i film di James Cameron? Sì, li vedo sempre con grande piacere.»

Si riconosce il complemento oggetto, infatti da: [Io (soggetto) vedo (verbo / azione) i film (complemento oggetto, maschile plurale) con piacere (complemento di modo)], il complemento oggetto nella specifica frase, invece di essere espresso con il nome (“i film”), viene sostituito dal pronome (“li”).

Esempi di complementi oggetti con le altre forme atone:

«Mi dai il coltello? Te lo porto subito.» (maschile singolare)

«Dov’è la coperta? Ricordo di averla vista sul letto.» (femminile singolare)

«Quando arrivano le ragazze? Non saprei, ora le chiamo al telefono.» (femminile plurale)

“Gli”

È usato come pronome nella costruzione del complemento di termine quando questo è maschile singolare (per il maschile plurale si usa la forma pseudo-atona “a loro”; per il femminile al singolare si usa “le”, al plurale “a loro”).

Esempio:

«Giuseppe ha freddo, guarda come trema. Non gli hai dato la tua giacca a vento, ora prenderà un raffreddore»

Si riconosce il complemento di termine nella frase; infatti è [Tu (soggetto) non hai dato (verbo / azione in forma negativa) la tua giacca a vento (complemento oggetto) a lui (complemento di termine)], con “a lui” che nella specifica frase invece di essere espresso per esteso viene sostituito dal pronome (“gli”).

Esempi di complementi di termine con le altre forme:

«I ragazzi hanno fame: porta loro un piatto di zuppa.» (maschile plurale)

«Hai telefonato a Federica? Le hai ricordato di prendere il passaporto?» (femminile singolare)

«Le domestiche sanno dov’è il sale; domandalo a loro.» (femminile plurale)

P.S.: Alcuni dicono “gli” anche per il maschile plurale e il femminile plurale nel complemento di termine; il primo caso è accettabile nel parlato familiare, nel gergo e raramente nello scritto (esistono attestazioni storiche), dove è generalmente preferibile usare “loro”; il secondo è inequivocabilmente un errore; pertanto non si dice (l’asterisco vicino ad una parola significa che è usata in modo sbagliato):

– «I tuoi figli sono incorreggibili: prova a *parlargli»

– «Le ragazze fanno troppo rumore: ora *gli dico di smetterla»

Ma si dice invece, correttamente:

– «I tuoi figli sono incorreggibili: prova a parlare con loro»

– «Le ragazze fanno troppo rumore: ora dico loro di smetterla»

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