Storia di Ciccio, raccontata dal suo papà.

Il protagonista è Ciccio. Il cronista di questo racconto è il papà. Ormai è sempre sulla difensiva…si non ha amici …(non uno…lo evitano tutti)perché è strano è distratto perché è un dsa con tanti disturbi anche psicologici…perché, perché è il mio eroe quello che vorrei essere io. Perché in fondo ha ragione c’è molta cattiveria e ipocrisia. Io racconto solo quello che vedo, che sento che proviamo null’altro.

Il piccolo grande Ciccio.

Pieno di speranze ha deciso, farà il liceo che ha scelto. Del resto ci sono quelle materie umanistiche che gli piacciono . Certo, non va d’accordo con la matematica…la scrittura poi….”lenta si trascina la penna sul foglio di carta”…già…o ancora le sue distrazioni, i suoi pensieri che sono come sono nuvole fluttuanti, veloci nel vento, poi, i suoi tempi filosoficamente così lunghi e infine, quella sua mente così geniale a cui si fa fatica “a tener testa”
Lo sappiamo sarà una battaglia, la sua… ma è deciso la giocherà tutta, tanto che non vuole sostegni ma comprensione, amore, questo è l’aiuto vero che forse si aspetta.
E’ tutto pronto anche l’iscrizione è fatta… tutto sommato nonostante i suoi dubbi le sue paure, la scuola scelta, non gli dispiace .
Ma come d’incanto, tutto si infrange innanzi all’ignoranza, al non voler comprendere, allo scarico di responsabilità. Un muro fatto di preconcetti e di non conoscenza di metodi, di leggi; non c’è elasticità, non c’è creatività, alcuna emozione, smorfia di gioia o dolore, non c’è un minimo di coraggio, di sana follia che non guasterebbe ad un preside di liceo che deve investire sui suoi ragazzi. Già perché lui dovrebbe mettere in gioco con la sua missione tutto se stesso, la sua vita, quella di un ragazzo e quella della sua famiglia. Invece si manifesta il solito burocrate dello stato, pesante, grigio, apatico, depresso, prevedibile…monotono, degno rappresentante di una scuola che viene vista da questi ragazzi, solo come luogo di costrizione e sofferenza. Verrebbe da parafrasare in modo provocatorio, che in questi nuovi lager : “lo studio rende liberi”
Nulla da dire, questo paese cambierà solo, quando muterà la mentalità della maggioranza di questi burocrati che si fanno chiamare professori, presidi…
Ma all’Alba di quel pianeta, del loro… del mio… io ci credo e spero ci crediate anche voi, che leggete; la sento è vicina, ogni giorno la vedo crescere, nei suoi pensieri nelle sue emozioni e a volte è terribile, per la rabbia che in lui si scatena , per la sua solitudine, la sua sofferenza che lacera i nostri cuori; altre volte invece, è una sensazione meravigliosa che ci ripaga di tutto e che si manifesta con la sua gioia, con il suo genio, con la sua sensibilità e con tutto il suo estro.
Il liceo lo farà e come lo farà lui, lo faranno tanti altri ragazzi…e così un giorno svolgeranno mille mestieri invadendo il mondo… . Si arrendano quindi, quelli che non ci credono ancora, gli scettici, gli educatori…”i dogmatici delle regole”.
Sta arrivando… è Alba…. l’Alba del Pianeta dei dislessici e io ci voglio essere, voglio assistere a questo nuovo giorno, prima che l’Universo mi chiami a se stesso, perché saranno loro, con le loro idee a cambiare il mondo che certamente sarà migliore, rispetto a quello che stiamo vivendo in questo momento.

Papà, Mamma e tutti quelli che ti vogliono bene ci sono!

6 Risposte a “Storia di Ciccio, raccontata dal suo papà.”

  1. la descrizione del preside sembra quella del preside del mio liceo, io fortunatamente vado bene in italiano e me la cavo a scuola la matematica….la odio!!! non riesco a seguire le spiegazioni ne a capirle , la mia prof. è paziente peró, le mie amiche sono fantastiche, la mia migliore amica mi rispiega tutto quello che non capisco 🙂 . forza ciccio ce la puoi fare!!!!

    1. Ciao, anche io in matematica non riesco e la prof. non è per niente paziente. Anche i miei compagni sono fantastici. Almeno da quest’anno i problemi a scuola sono diminuiti, alle medie era uno stillicidio, fra compagni e docenti non avevo scelta. Ciccio riuscirà a venirne fuori perchè ha un grande papà. Ivan

  2. ciao anche a te, pure la mia prof di terza media era terribile,la cosa peggiore è che ho saputo del mio dsa soltanto alla metá della terza, prendendomi i suoi insulti fino a quel momento, anche dopo non è andata meglio, lei diceva “non studi, non sai fare niente ma ti do sette” non fa una piega no xD, all’esame mi hanno dato una prof di sostegno perchè lei non mi avrebbe potuto aiutare! ora io faccio il secondo anno di liceo,tu?

    1. Ciao, la storia è di Ciccio, un ragazzo che nessuno vuole frequentare. Io sono Ivan e sono in prima superiore, sono stato diagnosticato in seconda media, anche per me è stato un calvario, ho dovuto lavorare tanto, la mia paura era rimanere in quella scuola. Oggi alle superiori mi trovo bene, ho solo un problema, la prof. di matematica, non fa formazione e nemmeno si informa, e io e miei compagni ne paghiamo le conseguenze.

  3. La parola “insegnare” deriva dal latino, vuol dire “mettere un segno”, ovviamente i vostri insegnanti hanno fallito il loro scopo.Ma voi non fallirete, diverrete gli adulti che cambieranno le cose!

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