Il metodo da seguire per le lingue straniere

Lingue Straniere: predisporre verifiche ”progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai dsa”, ”privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune” concordate fra scuola-famiglia nel PDP (art.6 com.4 Decr. Attuativo L.170/10): es. esercizi di matching/abbinamento frasi, di riconoscimento a completamento/cloze (es. cloze ma facilitati cioè con una griglia/tabella a parte o a fondo pagina da cui l’alunno possa scegliere/recuperare le parole mancanti da inserire), esercizi vero/falso; evitare lo studio mnemonico di verbi e parole non comuni ”considerate le sue possibili difficoltà di memorizzazione” (Linee Guida L. 170/10 punto 4.4); evitare esercizi strettamente grammaticali poiché ”sarà dato più rilievo all’efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro, anche se non del tutto corretto grammaticalmente” (Linee Guida L. 170/10 punto 4.4); evitare esercizi la cui esatta esecuzione venga minata dai disturbi ”motorio-esecutivi della prestazione” che sono ”all’origine di una minore correttezza del testo scritto” (Linee Guida L. 170/10 punto 1.2), come gli esercizi di scrittura, le traduzioni istantanee e le domande aperte, anche perché ”gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione della correttezza della scrittura”, sia in italiano che in L2 (Linee Guida L. 170/10 punto 4.3.2). Negli esercizi proposti meglio fornire un esempio-guida oltre alla consegna; consentire l’utilizzo di schemi, esempi, prompt (= supporti scritti utili al recupero di parole o espressioni linguistiche) o mappe (come concordato nel PDP), eventualmente anche durante le prove: infatti ”tali strumenti compensativi possono essere impiegati in corso d’anno e in sede di esame di Stato” (Linee Guida L. 170/10 punto 4.4); [Valutazione prove L2: adottare ”criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma” sia nello scritto che nell’orale (art.6 com.3 Decr. Attuativo L.170/10); puntare perciò sulla capacità di interagire, di comprendere un testo e di farsi comprendere, piuttosto che sulle carenze o sulla precisa conoscenza delle strutture grammaticali; modificare quindi la percentuale soglia di sufficienza, accettare una interpretazione/traduzione del testo a senso e la scrittura con relativa esattezza fonetica ma non necessariamente ortografica e grammaticale].