Tali difficoltà sono indotte dalla lentezza nella coordinazione dei movimenti dello sguardo che, a loro volta, producono delle difficoltà di decodifica. Le maggiori difficoltà dei soggetti con disprassia consistono nelle scarse o assenti capacità di compiere operazioni in sequenza in maniera rapida e automatizzata, per tale ragione ci si riferisce a questo disturbo come a un’incapacità di eseguire azioni intenzionali finalizzate all’esecuzione di atti motori o altri scopi precisi. La disprassia non sempre accompagna un ritardo, ma l’allievo dal punto di vista cognitivo può essere nella norma.
I bambini disprattici, inoltre, presentano un’alta sensibilità al tatto, alla luce, ai rumori intensi, etc. rendendoli spesso irrequieti e poco propensi al dialogo educativo. Alla disprassia può essere associata un’ipotonia degli arti superiori, che provoca l’incapacità di utilizzare in modo adeguato le mani.
Tali disturbi percettivi e visuospaziali comportano problemi attentivi e dell’apprendimento, perché l’allievo disprattico non è in grado di copiare agevolmente dalla lavagna o prendere appunti di una lezione, ma necessita di tempi di esecuzione più lunghi rispetto alla norma.
L’alunno con disprassia, in genere, presenta le seguenti caratteristiche:
- difficoltà nell’apprendimento;
- disgrafia;
- difficoltà nell’esecuzione di esercitazioni assegnate in classe;
- lentezza, più o meno eccessiva, nell’esecuzione di compiti e nel raggiungimento di determinati obiettivi;
- difficoltà di copiatura dalla lavagna;
- difficoltà nelle discipline che richiedono l’uso di un linguaggio simbolico (matematica, chimica, fisica);
- difficoltà nell’elaborazione soprattutto scritta;
- difficoltà nel disegno.
Per gli alunni con disprassia, dietro presentazione della certificazione medica da parte dei genitori, è obbligatorio predisporre, ai sensi della citata legge n.170/2010, un Piano Didattico Personalizzato in cui vengano dettagliati gli strumenti compensativi e dispensativi:
- riduzione dei compiti per contenuto, ma non per obiettivo;
- evitare di prendere appunti copiando dalla lavagna;
- evitare di scrivere sotto dettatura;
- incentivare l’utilizzo dei notebook o dei tablet;
- favorire delle verifiche orali programmate;
- evitare la sovrapposizione delle verifiche orali;
- ridurre la quantità di domande nelle verifiche scritte;
- aumentare i tempi delle verifiche scritte;
- favorire le verifiche strutturate, anziché quelle a risposta aperta;
- valutare le conoscenze e non le carenze;
- valutare nelle verifiche scritte il contenuto, senza dare eccessivo peso alla forma;
- promuovere l’uso del dizionario elettronico, da utilizzare anche durante le prove scritte;
- limitare la lettura ad alta voce in lingua straniera;
- fornire la lettura del testo di una verifica in lingua straniera;
- evitare la verifica scritta in lingua straniera, aumentando il numero delle verifiche orali;
- fornire all’allievo delle fotografie di quanto scritto alla lavagna;
- trascurare, nella valutazione dei compiti scritti per le materie con uso del linguaggio simbolico, gli errori di calcolo o di trascrizione;
- garantire l’uso della calcolatrice;
- favorire l’uso delle formule matematiche;
- dispensare l’alunno dal disegno tecnico, promuovendo l’uso di software dedicati.