Non fermatevi senza avere la risposta ma sopratutto fatelo per voi e non per il voto

Cari colleghi e colleghe,
si perchè se studiare è il nostro lavoro, ci possiamo permettere di definirci colleghi!

Sta nascendo un odio infondato nei confronti della cultura, non si parla della scuola come istituzione, ma si parla dell’istruzione, dell’educazione e della passione per il sapere.

Studiate, passate le ore a leggere un libro, non fermatevi senza avere la risposta ma sopratutto fatelo per voi e non per il voto o l’insegnante.

Se solo potessi farvi capire come la passione (anche nell’ambito più banale) salva la vita, perchè vivere non è sopravvivere! Ai giorni nostri non tutti le scuole preparano alla vita nel modo corretto, certe ti danno la forza ed altre, beh ad essere sinceri, non danno niente.

Quando leggo che gettate la spugna, quando vi ripetete che non siete abbastanza, mi saltano i nervi e mi verrebbe voglia, se solo potessi, di farvi capire che la passione non deve morire.

Forse vi sembrerà stupido e di poco valore detto da me, quindi non avrà alcun valore.
Avete ragione, infondo cosa sono quelle tre frasi ripetute già in mille salse?

Cosa hanno di diverso da quello che vi ripetono i vostri genitori?

Qualcosa hanno di diverso. Hanno di diverso che io grazie a questa passione mi sono salvata la vita. Ho salvato la mia vita, perchè in fondo da vivere a sopravvivere non ci vuole molto.

Un modo bello e simpatico di raccontare la mia storia non c’è, non c’è niente di divertente nel lasciarsi andare e cominciare a spegnersi.

Non è facile per i genitori quando ti vedono, però impotenti di fare qualsiasi cosa, cadere in depressione.

Se avessi lasciato alla scuola anche la passione per quello che faccio, avrei scelto la finestra.

Sono arrivata a dover prendere psicofarmaci e non avevo scelta. I dottori hanno detto che avrei avuto un mese e poi non avrebbe più aiutato nulla. Sapete cosa sarei diventata?

Probabilmente una persona che non sarebbe stata in grado di gestire la propria vita e sarebbe solo sopravvissuta come un’ ameba indifferente ad ogni cosa.

Ho avuto la fortuna, che da dove è venuta non lo so ancora, di non abbattermi ma di arrabbiarmi: attacchi di panico ogni settimana, ansia e crisi di nervi nei peggiori dei casi.

Ora capite perchè quando dite che non siete abbastanza, io mi arrabbio?

Capite che vi uccidete da soli? E non è vero che non si sente niente!

Le crisi fanno male fisicamente, i muscoli si tendono e gli occhi non vedono più lucido, si inizia a smettere di ragionare.

Fa male vedere lo sguardo di tua madre che ogni santissima volta che è successo ha pregato Dio, qualsiasi sull’angolo della terra, che mi passasse e che io potessi finalmente uscirne.

A me la scuola ha tolto tutto. Ha tolto l’anima e ne vale la pena ridursi così?

Quando e come mi hanno detto che ero stata bocciata mi viene in mente ogni secondo; no, quelle frasi, quel discorso sono la mia mente.

Avete una minima idea di cosa sia a distanza di quasi quattro anni prendere tranquillanti per vivere?

Io non lo so, se lo potete immaginare, ma non ve lo auguro.

Gli anni più belli della mia vita me li sono fatti demolire da un’istituzione che al posto di preparami alla vita, mi ha buttato a terra e si è preoccupata di passarmi sopra in retromarcia, sapete, tanto per essere sicuri. Bhe… quella non è scuola, la scuola è l’altra faccia della medaglia!

Adesso capite? Capite che avete la possibilità di non ridurvi così? Ebbene si, sono discalculica e tra tutto è la migliore cosa che mi potesse capitare.

Non siete scemi, stupidi, voi avete una cosa che fa invidia: la voglia e la passione per la vita, per il sapere e per la morale!

Vi prego, e lo faccio con tutto il cuore, decidete di vivere, il sopravvivere non è abbastanza e per questo io vi sto scrivendo.

(Una studentessa come voi)

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