Disgrafia.

Cos’è la disgrafia

La difficoltà nella scrittura di disgrafico:

  • scrivono numeri e lettere al contrario,
  • non ricordano la forma grafica di alcune lettere,
  • dimenticano o posizionano male le “gambe” delle lettere corsive (es. m può essere scritta n, oppure la a diventa o),
  • restano indietro durante i dettati,
  • non riescono a finire i compiti in classe nel tempo dato,
  • vengono penalizzati per la loro scrittura “indecifrabile”
  • il momento dello studio è più difficoltoso a causa del disordine sui quaderni,
  • fanno errori di calcolo a causa di un errato incolonnamento…

La Disgrafia rientra nei Disturbi dell’Apprendimento ed è riconosciuta dalla legge 170/2010.

Si presenta come difficoltà di coordinamento, spaziature irregolari, tratto calcato, grafemi malformati, difficoltà nel riprodurre lettere o numeri.

La fatica, il senso di inadeguatezza e lo scarso rendimento scolastico… Questa è la realtà per i disgrafici.

Cosa osservare?

Alcuni comportamenti durante la scrittura:

  • il corpo spesso si posiziona in modo esageratamente inclinato, talvolta addirittura il bambino si sdraia sul foglio
  • lo strumento grafico viene impugnato con un appoggio sull’incavo fra pollice ed indice e/o sull’anulare o sul mignolo invece che sul medio
  • la mano che solitamente tiene il quaderno viene posizionata altrove o diventa un appoggio per la testa, minando l’equilibrio generale del corpo
  • il foglio viene posizionato in modo eccessivamente inclinato
  • non vengono rispettati i limiti del foglio o la spaziatura fra righe, parole o lettere
  • la scrittura è molto grande o molto piccola, spesso irregolare
  • la pressione è eccessivamente forte o debole
  • la mano è “bloccata” e il braccio fatica a scorrere, muovendosi “a scatti”
  • la direzionalità del segno è alterata
  • le lettere non sono legate fra loro
  • fatica o dolore alla mano, al braccio e/o alla spalla

Modificare questi comportamenti, già dall’età prescolare, significa apportare un importante miglioramento nella scrittura del bambino, e di riflesso nella sua vita scolastica, sia con se stesso in termini di autostima, sia con gli altri all’interno della classe o della famiglia.

Cosa si può fare?

La scelta dello strumento è importante per migliorare la presa ed evitare sbavature:

  • SI a matite e penne a base triangolare o rotonda,
  • SI a matite ergonomiche e penne a sfera, con eventuale utilizzo di gommini-guida;
  • NO alla stilografica, altamente soggetta a sbavature, alle matite giganti e alle penne cancellabili, che richiedono maggiore pressione.
  • Il quaderno deve essere posizionato dritto o al massimo inclinato di 30°, su un piano il più possibile sgombro in modo da permettere i movimenti di mani e braccia.
  • Il bambino mentre scrive deve tenerlo fermo con l’altra mano, in caso si può fissare il quaderno con scotch di carta.
  • Può anche essere utile disegnare sul banco la posizione del quaderno.
  • Se c’è un problema nel mantenere o utilizzare le righe giuste, si possono colorare.

La postura ha poi un’importanza fondamentale.

  • La distanza corretta è quella dell’avambraccio fra mento e piano d’appoggio.
  • La testa e il busto devono rimanere in posizione eretta e dritta per mantenere questa distanza.
    Evitare l’inclinazione laterale inoltre permette di utilizzare in misura entrambi gli occhi: se si piega la testa di lato, sarà solo uno dei due occhi a fare tutto il lavoro e alla lunga questo sforzo selettivo può provocare conseguenze di tipo ottico. Stessa cosa accade se la posizione è inclinata in avanti, molto ravvicinata al foglio.
  • La presa dello strumento grafico dovrebbe essere di tipo digitale, fra la punta di pollice ed indice con appoggio sul lato del dito medio. Altre prese implicano l’utilizzo di muscoli meno specializzati per realizzare il segno grafico con conseguente affaticamento del distretto mano-polso-braccio-spalla.

Gli specialisti

Il grafomotricista e lo psicomotricista specializzato nella grafomotricità sono le figure professionali a cui ci si può rivolgere in questi casi per migliorare la scrittura.

Attraverso esercizi specifici che riequilibrano l’utilizzo dei muscoli corretti, la terapia grafomotoria sviluppa alcune abilità fondamentali (ad esempio la capacità di far scivolare il braccio) e reimposta la scrittura nell’ordine corretto dei gesti, permettendo a questi ragazzi di ricominciare a usare la scrittura come uno strumento e non un ostacolo per l’apprendimento.